Mi ero fermato con la mia macchina fotografica al km. 41.100 della maratona in attesa di veder passare tutti i runners che conosco oltre a quelli della Uisp Chianciano. Non ho ancora scaricato le foto non ho avuto la forza di farlo, forse a Luigi ho fatto anche uno scatto, Lui era li a 100 metri dai miei occhi sembrava un normale incidente di percorso ho visto solo le gambe in alto come quando ti prendono i crampi e dopo un attimo ho visto il medico che stava facendo un massaggio cardiaco, da li non ho più avuto la forza di guardare ho continuato a cliccare più come un dovere che come un piacere, una signora con le lacrime agli occhi, i lenzuoli bianchi per nascondere la tragedia che si era consumata. L’obbiettivo di chi corre la maratona da amatore è quello di arrivare al traguardo gioire per il tempo raggiunto, condividere la felicità con i tuoi amici, parenti, figli e festeggiare la Tua meta raggiunta, Luigi non ce l’ha fatta, ha lasciato migliaia di podisti e non, con il dolore e con la tristezza di chi anche se ha realizzato l’impresa sente dentro di se un nodo che gli blocca la forza di gioire.